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Sogni e delitti: recensione


"Stiamo oltrepassando un confine, da qui non si torna più indietro..." Bisbiglia Terry al fratello. Terzo appuntamento londinese col genio di Woody Allen, dopo il capolavoro pluricandidato di Match Point e il leggero ma simpaticissimo Scoop (che in comune, oltre al grigiore londinese, vantano la bellissima Scarlett Johansson). Terza volta, ma senza sexy bionda tutta curve. Woody non ci lascia però senza bellezze di turno, adottando stavolta la fascinosa mora Hayley Atwell che interpreta Angela Stark, attrice di teatro dalle fattezze burrose. Al centro di questo Cassandra's Dream, titolo originale, seguiremo le vicende di due fratelli affezionati, Ian e Terry, rispettivamente Ewan McGregor e Colin Farrel. Tanto al verde quanto viziosi e narcisisti. Il primo che, per amore del padre di medio borghesia, gestisce un ristorante, sogna di entrare nel girone di affari di catene d'alberghi, il secondo invece, che gestisce un'officina, spera di poter tirar su famiglia con l'amata fidanzata. Entrambi però, fra i tanti buoni propositi, hanno corrispettive cattive abitudini: Ian infatti ama spacciarsi per ciò che non è, sfoggiando belle auto date in prestito dall'officina del fratello Terry che invece fra calmanti, alcool e gioco d'azzardo finisce sempre col non fare quello che vorebbe. La calma apparente del film finisce col smarrirsi a seguire di due eventi che coinvolgono i fratelli, il primo infatti conosce la precedentemente citata attrice di teatro, Angela, venendole in soccorso a seguire di un guasto all'auto di lei; viziosa, sempre pronta a sacrificare il suo corpo al fine di conquistare qualche nuovo ruolo a teatro. Terry invece si ritrova in debito di ben 90 mila sterline per una giocata di troppo a poker. Così facendo, fra piccole ma mancate richieste di aiuto a madre e padre, l'apparentemente bella notizia dell'arrivo di zio Howard in zona, ricco uomo d'affari trasferitori in Cina per la diretta gestione di alcune cliniche, pare rasserenare l'animo dei due fratelli, l'uno in mano della viziosa e infedele donna di cui ha ormai perso la testa e l'altro in mano di violenti creditori. Lo zio (il sempre ottimo Tom Wilkinson) gli si rivela ben presto favorevole, dimostrandosi pronto a finanziare loro idee e colmare loro debiti, ad una sola condizione, in virtù del "valore della famiglia", devono far sparire un ex dipendente dello zio, pronto a testimoniare in tribunale e a farlo marcire in prigione. Ovviamente didubanti all'inizio, i due fratelli riescono però a convincersi prematuramente, finendo in quello che loro stessi ben presto definiranno "un punto di non ritorno". Ogni delitto è ben premeditato, le ragioni probabilmente un pò meno, castigo finale o non, il rimorso fa già tanto di per se, rivelandosi tremendamente imponente e riluttante. La freddezza sicuramente voluta del personaggio del buon Ewan McGregor contrasta efficaciamente con l'animo apparentemente forte del personaggio di Colin Farrel, tanto immaturo quanto ingenuo.
Cassandra's Dream, la barca il cui acquisto viene descritto all'apertura di questo dramma, da cui il titolo originale, rimane però un semplice simbolo, spiegate infatti le vele, si cavalca l'oceano, alla ricerca di quella terra lontana tanto bramata, quello che a conti fatti è solo un sogno, e non è mai detto che i sogni non rimangano tali, sogni per cui illudersi e piangersi addosso, nessuna promessa, alcuna garanzia, l'unica certezza che "il prima è passato e adesso è adesso", citazione dal film stesso. La conclusione si rivela in chiave dualistica, maggior pregio e al contempo maggior difetto della pellicola, imprevedibile e struggente e in ugual modo pretenziosa e tremendamente ricercata. Che Woody sappia sceneggiare, questo è oramai approvato, ma il finale che mette in risalto pretesti per rimpiangere azioni compiute fino ad un imprevedibile stravolgimento degli eventi narrati lascia comunque trasparire e non poco una quasi ossessiva ricerca nel voler sconvolgere lo spettatore tramite ogni mezzo, concesso e non. Ad ogni modo ci riesce, e il film che fà quasi il verso a Match Point per tematiche ancor più nere e affilate, si rivela però solo ombra di quest'ultimo, dimostrandosi comunque superiore a molti altri film di Allen, vuoi per l'armonia complessiva e generale del cast artistico e tecnico (primo fra tutti il bravissimo Colin Farrel), vuoi per quello che riesce ancora ad echeggiare vivido nella testa degli spettatori anche molte ore dopo dalla visione del film: molti sarebbero realmente disposti a tutto pur di avverare i propri sogni. Effettivamente il confine fra lucidità, determinazione, delitto e rimpianto è più sottile di quanto si possa credere o anche solo immaginare.

3,5 su 5

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